L’inglese è sicuramente la lingua piú studiata in Italia e in Europa, e noi italiani siamo sempre alla ricerca di nuovi termini, sia per iniziare ad impararlo da zero, sia per approfondire il nostro lessico giá ricco. Molti di voi cercano un nuovo metodo per imparare l’inglese e nuovi corsi impartiti in maniera intensiva, estensiva, veloce, virtuale. Sebbene noi italiani siamo i cittadini europei meno “inglesizzati” (o proprio per questo motivo), la frase piú pronunciata, soprattutto quando siamo all’estero è “come si dice in inglese...?”, sia esso un verbo, un sostantivo, un avverbio, siamo sempre alla ricerca di nuovi significati e di nuove informazioni in merito a quella che è diventata ormai la “lingua franca” d’Europa.
Quindi, se vuoi scoprire quali sono gli argomenti piú cliccati e ricercati dagli italiani in merito alla lingua inglese, prosegui nella lettura: siamo certi che ti riconoscerai in ogni paragrafo, perché almeno una volta avrai digitato su Google almeno uno di questi topics!
L’argomento dei saluti inglesi è ricercatissimo sui motori di ricerca. Forse a primo acchitto potrebbe sembrarvi una ricerca scontata, ma se ci pensate bene non è cosí banale! Noi italiani diciamo “ciao” in ogni caso: quando ci incontriamo, quando ci lasciamo, quando ci conosciamo da anni, quando siamo appena conoscenti. In inglese non è cosí, si distinguono le seguenti forme:
- Hello: che viene utilizzato al momento dell’incontro, quando due persone si vedono per la prima volta, ma sono comunque giovani e non sono obbligate a mantenere una certa formalitá; (si puó utilizzare anche in seguito al primo incontro, resta comunque un saluto informale!)
- Hi: viene utilizzato principalmente quando due persone si conoscono da tempo, sempre al momento dell’incontro
- Bye bye: è un saluto di congedo informale, che talvolta puó essere sostituito dalla forma abbreviata “bye”
- Good bye: saluto di congedo leggermente piú formale del precedente
- See you: sempre un saluto di congedo, traducibile in italiano come “ci vediamo”
Nello stesso campo semantico rientrano anche i modi di salutare piú formali, che si riservano generalmente alle persone adulte o all’entrata\uscita dai luoghi pubblici:
- Good morning: buongiorno
- Good afternoon: buon pomeriggio
- Good night: buonanotte
Tutti sappiamo che la tavola, soprattutto per noi italiani, è uno dei piú comuni luoghi di socializzazione; pertanto, diventa molto importante imparare ad esprimersi durante i pasti, soprattutto per augurare un “buon appetito”. Si tratta di un punto molto controverso, perché moltissime persone fanno l’errore di tradurlo letteralmente in “good appetite”. Si tratta di una forma completamente errata, soprattutto perché “appetite” in inglese significa “brama”, “aviditá”, uscendo completamente dal campo semantico del pasto e, quindi, dell’appetito. Al contrario, il “buon appetito” inglese presenta una costruzione frastica completamente diversa:
- enjoy your meal: che letteralmente si puó tradurre come “goditi il tuo pasto”.
Il modo di ringraziare, invece, è coerente al nostro italiano. Il “grazie” in inglese, infatti, si traduce principalmente nelle due seguenti forme:
- Thank you: che significa letteralmente “grazie a te”, e che puó diventare anche “thank you very much”, ossia “tante grazie” o “ti ringrazio tanto”
- Thanks: piú informale, significa semplicemente “grazie”.
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Registrati gratis Una funzione comunicativa molto importante riguarda il chiedere l’umore di una persona e la sua condizione corrente, attraverso il classico “come stai?”. In inglese sono due le principali modalitá di porre questa domanda:
- How are you?: che letteralmente significa “come sei?”, “come stai?”, appunto.
- How are you doing?: che si puó tradurre al meglio come “come procede?”
- How are things?: traducibile nel seguente modo “come vanno le cose?”
- How is it going?: che si puó tradurre come “come sta andando?”
- How’s life?: ossia, “come va la vita?”
Anchese tutti i professori di lingua ci hanno sempre insegnato a pensare direttamente in inglese e non a tradurre letteralmente il signidicato delle parole, molto spesso torna utile tradurre delle parole o delle intere frasi dall’italiano all’inglese!
Molti di noi si scelgono il “compagno di banco bravo” come consigliere e traduttore personale dall’italiano all’inglese, ma talvolta anche lui fa “cilecca” e allora, dove troviamo la fatidica parola\ espressione? In questi casi, purtroppo, non ci sono trucchi né scorciatoie: se non sappiamo una parola c’è poco da fare, bisogna affidarsi ad uno dei seguenti metodi:
- traduttore automatico
- dizionario cartaceo
- tandem linguistico
Quanti sono i casi in cui non riusciamo a capire il significato di una parola inglese? Innumerevoli! Gli strumenti da utilizzare per le traduzioni sono i piú disparati (dizionari, traduttori automatici, traduttori non automatici ecc.). Le parole piú ricercate sono sicuramente quelle utilizzate piú comunemente nella lingua parlata, ma non è da sottovalutare la posizione coperta nelle ricerche su Google delle espressioni gergali (slang) e dei modi di dire.
Si tratta di argomenti molto cliccati poiché raramente presentano un corrispettivo italiano e inoltre non sono suscettibili di una traduzione letterale. Ve ne presentiamo qualcuno di seguito a scopo esemplificativo:
- Storm in a teacup: letteralmente si traduce “una tempesta in una tazza” e significa “una litigata da nulla”.
- Hit the nail on the head: letteralmente si traduce “battere il chiodo in testa”, ma significa “azzeccarci”, ossia “fare e dire la cosa giusta”; il corrispettivo italiano sarebbe “aver colto nel segno”, oppure “centrato l’obiettivo”.
- Be on the same page: letteralmente “essere sulla stessa pagina”; effettivamente significa “comprendersi facilmente”. Il suo corrispettivo in italiano é “essere sulla stessa lunghezza d’onda”.
- Pay something through the nose: si traduce letteralmente come “pagara qualcosa attraverso il naso” e significa “aver pagato un prezzo esorbitante per qualcosa”; il corrispettivo italiano é “costare un occhio della testa”.
Un’altro argomento cliccatissimo sui motori di ricerca é quello relativo ai false friend (letteralmente, i “falsi amici”) della lingua inglese. I false friends possono essere identificati solo mettendo due lingue a confronto e, in questo caso, non sono altro che le parole inglesi che sono totalmente o quasi uguali a parole italiane, ma che hanno un significato completamente diverso! Ovviamente il numero di false friends che esistono tra due lingue dipende dal grado di similaritá tra i due idiomi e quindi dalle origini sintattiche delle parole; quindi è facile capire che l’italiano avrá un maggior numero di falsi amici rispetto allo spagnolo piuttosto che al tedesco (perché le lingue sono completamente diverse!).
I false friends tra italiano e inglese sono piuttosto diffusi:
- accident: significa “incidente” ed é molto simile al nostro “accidenti!”, che in inglese si traduce “damn!”
- to arrange: significa “disporre” ed é molto simile all’italiano “arrangiare”, che potrebbe essere tradotto come “to fix up”
- actual: che in inglese significa “effettivo” e sembra il nostro “attuale”, che a sua volta si tradurrebbe come “current”
- camera: significa “macchina fotografica”, ma é identico alla “camera” in italiano, che si traduce come “room”
- cold: che significa “freddo”, ma che (anche a causa dello stesso campo semantico), si potrebbe confondere con l’italiano “caldo”, che invece in inglese si traduce come “hot"
- brave: significa “coraggioso”, ma somiglia all’italiano “bravo”, che invece si traduce “good”.
Quelli elencati hanno una finalitá puramente esemplificativa: sul web esistono moltissimi strumenti in grado di identificare i false friends in inglese.
What time is it? Letteralmente, “che ora è?”; quella di chiedere l’orario è una delle funzioni comunicative più utili quando si vuole vivere all’estero. È anche vero che l’orologio in inglese si legge in maniera completamente diversa, a partire dal numero di ore prese in considerazione: mentre noi italiani leggiamo tutte le 24 ore nell’arco della giornata, senza fare distinzioni particolari tra le ore del giorno e quelle della notte, in inglese l’orologio si legge considerando solo 12 ore alla volta, quindi potremmo considerare una giornata composta da 2 intervalli di 12 ore ciascuno! Per poter distinguere le ore di luce da quelle di buio, gli inglesi, gli americani e gli australiani utilizzano le forme “a.m” e “p.m.”, che rispettivamente si traducono come ante e post meridiem, che in latino significano prima e dopo “l’ora del meridiano”, ossia mezzogiorno; quindi 1 a.m. corrisponde alla nostra “una di notte”, mentre 1 p.m. corrisponde alle nostre “tredici”.
Ma partiamo dal principio, ossia dai diversi modi di chiedere l’orario:
- what time is it?: che ora è?
- what’s the time?: qual’è l’orario?
Per quanto riguarda la risposta, occorre fare una distinzione tra i due metodi principali:
- esiste un metodo informale, secondo cui potete leggere l’orario come in italiano, ossia leggendo prima le ore e poi i minuti.
- esiste il metodo “inglese” per eccellenza, che invece risulta un po’ più formale, secondo cui si leggono prima i minuti e poi le ore. Il modo di leggere i minuti, però, varia a seconda che i minuti si trovino nel primo o nel secondo quadrante dell’orologio (dove il primo quadrante è quello che va dal 12 al 6, e il secondo è quello che va dal 6 al 12, procedendo, ovviamente, in senso orario). Nel caso in cui i minuti ricadano nel primo quadrante, l’orario viene letto mettendo in evidenza quanti minuti sono passati dallo scoccare dell’ora corrente, mentre nel caso in cui i minuti ricadano nel secondo quadrante, l’orario viene letto considerando quanti minuti mancano allo scoccare dell’ora successiva a quella corrente.
Alcuni esempi:
- con il primo metodo, se sull’orologio si legge “12:20”, l’orario si leggerà come in italiano “twelve twenty”, ossia “dodici e venti”
- con il secondo metodo, invece, lo stesso orario si legge “twenty past twelve”, letteralmente “sono passati venti alle dodici”; nel caso in cui i minuti cadano nel secondo quadrante, ad esempio “8:50”, l’orario si legge come “ten to nine”, ossia “mancano 10 minuti alle nove”, traducibile come il nostro “nove meno dieci”.
Ci sono, inoltre, due punti di riferimento nell’orario in inglese: il “quarter”, ossia il quarto d’ora e l’“half” ossia la mezz’ora.
Saper scrivere correttamente una formal letter é molto utile soprattutto in ambito professionale. Piú che sullo stile, la capacitá di scrivere una lettera formale in inglese si basa sul conoscere le formule di apertura e di chiusura, la posizione della data, dell’indirizzo, della firma ecc. Senza troppe anticipazioni, procediamo alle istruzioni:
- l’indirizzo del mittente deve essere scritto in alto a destra
- la data deve essere posizionata subito sotto l’indirizzo (quindi sempre in alto a destra)
- l’indirizzo del destinatario in alto a sinistra, ma leggermente piú in basso rispetto alla data
- al nome del destinatario deve essere aggiunto anche il titolo (se lo si conosce)
- apertura: Dear Sir o Dear Madam, se non si conosce il nome, altrimenti Dear Sir White, Dear Madam Green
- conclusioni: I look forward to hearing from you, che significa “in attesa di suo riscontro”
- chiusura: le forme piú utilizzate sono Yours faithfully e Sincerely, traduscibili rispettivamente come “in fede” e “sinceramente”.
- la firma viene apposta in basso a sinistra.